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STORIA DEI FILI E DEI PENSIERI
Ogni edizione Mittelfest, a cominciare dalla prima, ha avuto un filo conduttore, un tema, un pensiero centrale che è stato esplorato grazie alla scelta degli spettacoli e delle iniziative collegate.
Il tema del primo anno, il 1991, si propone come apertura di sipario. Deve infatti spiegare quali saranno gli intenti della manifestazione: Prosa, musica, danza, cinema e marionette dalla Mitteleuropa. La direzione artistica è collegiale. Lo jugoslavo Jovan Ćirilov, il cecoslovacco Jiří Menzel (erano entità unitarie, allora, quei Paesi), l’ungherese Tamás Ascher, l’austriaco George Tabori e gli italiani Giorgio Pressburger e Carlo de Incontrera, passeranno poi il testimone al solo Tabori, che per l’edizione 1992, propone di concentrare l’attenzione sul mondo del praghese Franz Kafka.
Il conflitto in atto nei Balcani segna l’edizione 1994 (Edizione di guerra), che vede il timone del festival in mano a Pressburger e de Incontrera, ai quali si è già affiancata Mimma Gallina. È dal lavoro dei tre, e da quello che Cesare Tomasetig sviluppa attorno alle lingue della poesia, che nascono i temi delle edizioni successive (Percorsi, Identità 1 e 2, Transizioni). Nel 1999 un filo che si snoderà per i tre anni successivi apre al festival itinerari molto più ampi, che travalicano l’orizzonte di un continente (Partire, tornare: le vie dell’ambra, della seta, del sale). A dieci anni dalla caduta dei muri (2001), a venti drammaturghi di nazionalità diversa viene inoltre chiesto di scrivere per Mittelfest un nuovo originale lavoro che rifletta sulle trasformazioni di quel decennio.
Sparsi per il mondo, popoli e destini (del 2002) rappresenta la chiave per affrontare i temi della diaspora intellettuale, cui mettono mano anche Daniele Abbado, Oreste Bossini e Antonio Calbi, mentre nell’anno successivo è assieme a Giorgio Battistelli, che Pressburger lancia il tema dei Sorrisi d’Europa.
Il 2004 comporta un cambio di indirizzo artistico. A dirigere Mittelfest è chiamato Moni Ovadia, che traduce nelle proprie scelte i temi e le inquietudini della contemporanea società civile. Speciale significato hanno perciò le edizioni 2006 (Sul Lavoro), del 2007 (Sulla Carta universale dei Diritti dell’Uomo). Suggestive spinte in avanti nascono dal titolo del 2008 (Costruire il tempo).
Il triangolo di teatro, musica e danza vedrà all’opera nelle edizioni successive, rispettivamente Furio Bordon, Claudio Mansutti, Walter Mramor, che nella nuova decade e nel nuovo scenario del continente tentano nel 2009 altrettante Prove d’Europa. Per affrontarne poi i Dèmoni, genio d’Europa, nel corso dell’edizione 2010.
Con Antonio Devetag alla direzione generale si rafforza l’impianto geopolitico e dal 2011 a essere interrogate sono Nazioni e Identità. Il 2012 è l’anno dei Risvegli, mentre si ispira a un saggio di Claudio Magris il titolo del 2013, Microcosmi.
Nuovo cambio di rotta nel 2014, il musicista e musicologo Franco Calabretto propone di investigare in prima battuta i Segnali di una Cartografia della bellezza inquieta (2014), mentre a scandire il triennio successivo è la riflessione sui temi della salvaguardia ambientale, riletti attraverso gli elementi naturali: Il colore dell’acqua (2015), Terra! e all’orizzonte i fuochi (2016) e È nell’aria (2017).
Affidata nel 2018 al bosniaco Haris Pašović, la governance artistica si impegna per il nuovo triennio su temi generazionali. Millenials è la prima tappa, cui fanno seguito Leadership (2019) e Empatia (2020).
A cominciare dal 2021, in occasione del trentennale del Festival, la direzione artistica viene affidata a Giacomo Pedini. Il titolo da lui scelto per l’edizione di quell’anno è Eredi. Seguiranno, nei successivi periodi del mandato, percorsi di larga inclusione culturale e performativa, intitolati Imprevisti (2022) e Inevitabile (2023). I cartelloni di Mittelfest si allargano così a nuove esperienze di circo e a intersezioni con le più recenti frontiere della tecnologia.
Ogni edizione di Mittelfest ha visto affiancarsi agli spettacoli di prosa, musica, danza, numerose altre proposte legate al teatro di figura: marionette, burattini, pupazzi, oggetti… (il tema è trattato nella bolla LO SPETTACOLO DELLE FIGURE). Ma anche la poesia (il tema è trattato nella bolla TEATRO, MUSICA, POESIA) e il cinema (nella bolla CINEMA A MITTELFEST) sono stati linguaggi sui quali il festival ha investito la propria programmazione.