Prosa, musica, danza e marionette dalla Mitteleuropa

Edizione 1991

19 > 29 luglio 1991

1991 – La prima edizione

 

Cinque complessi bandistici attraversano Cividale nel pomeriggio del 19 luglio. Eseguono una composizione musicale elaborata da Luca Francesconi, sulla base degli inni nazionali di Austria, Cecoslovacchia, Jugoslavia e Ungheria e Italia.

 

Poco più tardi un Prologo con scrittori, affidato cinque autori internazionali (Péter Esterházy, Natalia Ginzburg, Milorad Pavić, Karel Steigerwalt, Peter Turrini) anticiperà l’allestimento di un testo teatrale inedito di Árpád Göncz. Il quale, oltre che Presidente della Repubblica Ungherese, è anche uno dei più rispettati drammaturghi magiari. Tradotto in cinque lingue, interpretato simultaneamente da cinque attrici, in cinque spazi diversi di piazza Diacono, Medea suggella il patto pentagonale. Che si squaderna in cinquanta spettacoli, concerti, eventi, allestiti in undici giorni di programmazione. Teatro, musica, danza, marionette, anche cinema, tutto dalla Mitteleuropa.

 

Tra i titoli di maggior spicco, coronati dal tutto esaurito, l’opera rock Stefano re del Teatro nazionale ungherese; Zahradni Slavnost Farsa agreste, commedia dello scrittore e presidente cecoslovacco Václav Havel, in doppia versione linguistica, del Teatro Nazionale di Praga e del Piccolo Teatro Milano; Teatro tatuato di Mladen Materic per Scena Obala di Sarajevo; Resurrezione, sinfonia n. 2 di Gustav Mahler con l’orchestra e il coro di Radio Praga.

 

Kafka Fragmente, composto da György Kurtág, mette alla prova il soprano Adrienne Csenegery e András Keller al violino. Grazie a Bandiere del Zagrebačko Kazalište Mladih il pubblico ha l’occasione di conoscere il più importante drammaturgo croato del ‘900, Miroslav Krleža. In una sera, il festival si sposta anche nella settecentesca Villa de’ Claricini, nella vicina frazione di Bottenicco, dove i cantanti, il Coro Tomat di Spilimbergo e l’Alpe Adria Ensemble diretti da René Clemencic portano in scena l’intermezzo buffo Le devin du village.

 

Dal panorama teatrale italiano viene scelto il classico goldoniano Arlecchino servitore di due padroni (edizione del buongiorno, Piccolo Teatro di Milano). Ma una felice intuizione porta a riallestire le tre cantiche di Inferno, Purgatorio e Paradiso, che Federico Tiezzi aveva diretto per il Teatro Metastasio di Prato, facendone qui uno spettacolo itinerante. Tra il Convitto Paolo Diacono, le vie di Cividale e il Duomo, questa Divina Commedia si distende dal tramonto all’alba. E dà avvio a un formato che sarà caratteristico di Mittelfest in molte delle successive edizioni.

 

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direzione artistica: Tamás Asher per l’Ungheria, Jovan Ćirilov per la Jugoslavia, Jiři Menzel per la Cecoslovacchia, George Tabori per l’Austria, coordinati da Giorgio Pressburger

Dal
Cartellone

Medea ungherese

 

 

Non è solo a Elettra che si addice il lutto. Che destino potrà augurarsi una donna ungherese, non più giovanissima, cui capiti di chiamarsi Medea?

 

Proiettata dalla tragedia di Euripide in una Budapest 1976, questa Medea riuscirà a sottrarsi al proprio fato? Oppure, inevitabilmente, lo seguirà?

1991

Il racconto di
Mittelfest 1991

Cividale si trasforma
documenti 1991

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