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IL SUONO DELLE CHIESE
Erano davvero scarsi a Cividale gli spazi teatrali quando nel 1991 prese avvio Mittelfest. Ma c’erano le chiese.
Proprio come un teatro, una chiesa è il luogo della assemblea.
La riunione, la radice stessa del trovarsi assieme, sta dentro la parola ‘chiesa’. Che viene dal greco ecclèsia, e passa attraverso il latino per indicare l’adunanza delle persone, e quindi l’adesione e la partecipazione.
Si sa che il teatro, dopo secoli di oscurità, rinasce e si illumina nelle chiese del Medioevo.
E si può anche immaginare come, prima che nelle città cominciassero a fiorire teatri e sale da concerto, prima cioè del XVII secolo, le chiese fossero i soli luoghi dove si produceva musica eseguita.
Musica e canto, sostenevano gli ebrei, erano un mezzo per pregare Dio. E almeno su questo i cristiani furono d’accordo: nel dare ai loro edifici profili architettonici e soluzioni costruttive adatte, affinché canti e musiche si elevassero.
Erano davvero scarsi a Cividale gli spazi teatrali quando nel 1991 prese avvio Mittelfest. Ma c’erano le chiese.
Il Duomo, imponente con la sua bianca facciata. La chiesa di San Francesco, più semplice, francescana appunto. Quindi le raccolte Santa Maria in Corte e Santa Maria dei Battuti. Infine altri luoghi di culto, diffusi dentro il tessuto della città, per la maggior parte sconsacrati.
L’acustica fu il dono che le chiese di Cividale fecero a Mittelfest. Che da subito vide la possibilità di utilizzarle per i numerosi concerti (sei, già nella prima edizione), ma anche per ospitare allestimenti teatrali.
Da allora, la specifica conformazione degli ambienti, la distesa ampia delle navate, le pareti affrescate, valorizzano ogni contenuto.
E le chiese, dalle più grandi alle più piccole e sconosciute, sono diventate elemento peculiare nell’utilizzo degli spazi urbani per il festival di Cividale.