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CORTESIE PER GLI OSPITI
Mittelfest nasce internazionale. Cinque Paesi si incontrano in prossimità di un confine.
Cinque inni, rimodulati nella composizione originale di Luca Francesconi risuonano il 19 luglio 1991 in piazza Diacono.
Tre capi di stato e numerosi ministri assistono nello stesso luogo alla rappresentazione in cinque lingue, del testo del presidente della Repubblica Ungherese Árpád Göncz, Medea. Nonostante lo schieramento delle forze dell’ordine, che assicurano l’incolumità degli ospiti, l’atmosfera è davvero festosa.
Cinque scrittori, tra più rappresentativi dei rispettivi Paesi, dedicano al festival altrettanti atti unici teatrali. Cinque testi che verranno allestiti e letti in forma di prologo alla manifestazione.
Questa caratteristica originaria è stata mantenuta e via via moltiplicata in tutte le edizioni, per accogliere nella città ducale artisti provenienti dai più diversi Paesi del mondo, e tutti in qualche modo legati al cuore mitteleuropeo della manifestazione.
Dai cinque Paesi che hanno dato vita alla edizione del 1991, il numero delle nazioni ospiti si è andato via via moltiplicando, fino a superare la ventina.
Mittelfest ha accolto ospiti internazionali e ospiti italiani. Stelle di prima grandezza dello spettacolo (da Goran Bregović a Carolyn Carlson, da Isabelle Huppert a John Malkovich, per fare alcuni nomi) ma anche giovani esordienti destinati ad affermarsi (come Elio Germano, per farne uno soltanto).
A Cividale è stato possibile incontrare e dialogare con che hanno segnato o raccontato la contemporanea storia delll’Europa, Lech Wałęsa e Biljana Srbljanović. O che hanno illuminato la scienza, Giacomo Rizzolatti per esempio.
Invitato da Haris Pašović agli incontri di Aspettando Mittelfest 2020, Giacomo Rizzolatti guidava il team che all’inizio degli anni ’90 ha scoperto i neuroni specchio. Ovvero le cellule che nel nostro cervello sono responsabili dello stato neurale a cui diamo il nome di #empatia. Come il titolo dell’edizione di quell’anno.
Neuroscienziato di fama mondiale, Rizzolatti e il suo gruppo di ricerca all’Università di Parma hanno condotto anche numerosi studi proprio sulla percezione empatica dello spettacolo dal vivo e di prodotti audiovisivi.
“Ho l’impressione che comporre musica sia un’arte diversa da tutte le altre. Chi come me compone, non realizza un’opera, ma solo la metà. Chi poi la eseguirà deve essere parte del processo di creazione. Non solo leggere la partitura, ma contribuire attivamente al suo sviluppo, dare il proprio contributo. Solo a quel punto potremo dire che l’opera è finalmente nata”.
Ospite a Mittelfest nel 2009, la compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina è una delle più eminenti figure musicali del XX secolo.
Studioso delle culture del Mediterraneo, Predrag Matvejević non è stato solo un ospite di Mittelfest, ne è stato uno degli amici fedeli.
Al Mediterraneo, mare ma anche casa comune di molti popoli, lo studioso nato a Mostar, docente nelle università di Zagabria, Parigi, Lovanio, Roma, ha dedicato le proprie ricerche. Compendiate nel suo libro più noto, Mediteranski brevijar (1987, la prima edizione italiana, Breviario Mediterraneo, è del 1988 per Garzanti).
Matvejević ci ha insegnato a considerare queste coste come unica patria, oltre i confini delle nazioni, al di là dei nazionalismi.
Altrettante sono state le lingue che nel corso degli anni si sono sentite risuonare sui palcoscenici o negli spazi più originali di Mittelfest. Più di una ventina. Non solo tra gli artisti: anche tra il pubblico.
A tutti loro Mittelfest ha offerto la più cortese delle ospitalità, fatta anche dei prodotti locali, il cibo, il vino, la bellezza del paesaggio attorno.
Loro l’hanno ricambiata. Sui palcoscenici, in platea, e sopratutto nei ricordo di una speciale esperienza vissuta a Cividale del Friuli.