1992 – Dedicato a Kafka
La formula della direzione artistica a rotazione porta al timone di Mittelfest per il 1992 George Tabori. Scrittore, giornalista, regista, nato a Budapest, ma a proprio agio nelle sue molteplici attività a Berlino e Vienna, come a Londra e a Hollywood, Tabori (1914-2007) è stato uno dei leoni bianchi del teatro di lingua tedesca. La sua idea di dedicare a Franz Kafka la seconda edizione del festival riscuote l’apprezzamento degli altri co-direttori, e coincide anche con l’allargamento della Pentagonale anche alla Polonia.
Ma il 1992 è anche l’anno in cui i problemi di alcune delle nazioni che partecipano a Mittelfest si stanno trasformando in drammi: il conflitto nei Balcani diventa sempre più cruento. “Nella apparente estraneità a questi problemi – ragionano i direttori artistici – l’opera di Kafka ne indica invece l’essenza: la questione dell’identità, l’accettazione dell’altro, l’appello alla creatività umana come possibile salvezza”.
Attorno all’opera letteraria dello scrittore boemo il festival imbastisce un programma di altissima qualità a cominciare da La metamorfosi – Die Verwandlung (doppia: dell’italiano Teatro del Carretto e del viennese Burgtheater, diretto dallo stesso Tabori e interpretato da Peter Radtke).
Il cartellone mette assieme romanzi, racconti, diari, lettere, e si estende anche ad autori che con Kafka appaiono in stretta sintonia: il praghese Bohumil Hrabal (Una solitudine troppo rumorosa), l’ungherese Arthur Koestler (Buio a mezzogiorno), gli austriaci Georg Trakl (di cui Cesare Lievi reinventa Barbablù in doppia versione linguistica, italiana e tedesca) e Thomas Bernhard (Krystian Lupa allestisce La fornace), il poligrafo illustratore polacco Bruno Schulz. Ancora poco conosciuto, Josef Nadj presenta la sua coreografia Comedia Tempio con la quale si sta affermando sull’orizzonte europeo.
Sfumata l’ipotesi di allestire il romanzo America in due versioni (la Jugoslavia è nel frattempo soggetta a un embargo internazionale), Giorgio Barberio Corsetti ne dà una propria interpretazione e ripropone il formato itinerante, portando gli spettatori sul fiume per il Gran Teatro di Oklahoma, che chiude l’opera.
Anche la musica interpreta la costellazione culturale che si muove intorno allo scrittore di Praga. Sono ben cinque le sillogi Kafkiana che Carlo De Incontrera inserisce nel cartellone, per musicisti d’eccellenza come ad esempio Bruno Canino e Jess Trio Wien. Una sostanziosa sezione di film e video completa la dedica.
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direzione artistica: George Tabori
con Tamás Asher, Jovan Ćirilov, Jiři Menzel, Giorgio Pressburger
coordinamento: Carlo de Incontrera, Mimma Gallina, Cesare Tomasetig